Questione di ruoli e di relazione

Il tirocinio curriculare è una attività formativa che prevede per lo studente un’esperienza di inserimento lavorativo guidata e supervisionata presso aziende, enti pubblici o privati, cooperative, ONLUS, associazioni, centri di ricerca esterni all’Ateneo. Scopo generale del tirocinio è di fornire allo/a studente/essa competenze teoriche, metodologiche ed operative in direzione professionalizzante.

L’insieme delle attività previste sono finalizzate a formare figure professionali in grado di programmare, gestire e coordinare interventi educativi individuali e di gruppo rivolti alla socializzazione, alla prevenzione e riabilitazione di diversificati soggetti sociali, nonché alla valutazione dell’efficacia degli interventi realizzati. Esso intende altresì consentire allo/a studente/essa di definire il proprio ruolo di studente in formazione in stretto rapporto con le figure professionali ed educative presenti e di impiegare una serie di metodologie (osservative, valutative ed  operative) in via di apprendimento o già apprese relative al “saper fare” ed al “saper essere” nelle diverse situazioni sociali.

Chi opera presso il Centro Diurno Prometeo è portatore di una specifica professionalità di ordine educativo e sociosanitario, derivante da una formazione teorico-pratica qualificata.

Nell’esercizio della propria professione, deve accompagnare l’utente, la sua famiglia, i colleghi e gli altri interlocutori con i quali interagisce (istituzionali e non) nel delicato e fondamentale passaggio da una concezione della relazione di aiuto di tipo assistenzialistico e custodialistico, a una concezione di prevenzione, promozione sociale e integrazione socio-sanitaria, nella linea della deistituzionalizzazione e della territorialità.

L’equipe ha come priorità la promozione di chi gli è affidato in quanto persona, salvaguardandone dignità e unicità, a prescindere da quali siano le sue caratteristiche personali, la natura del suo disagio o disabilità, le sue condizioni socio-economiche e culturali.

L’operatore deve essere consapevole della propria responsabilità nel processo di maturazione e crescita dell’utente e dell’influenza che il proprio modo di essere come persona esercita nel rapporto con l’altro. L’educatore professionale deve tener presente che l’esercizio della propria professione richiede la collaborazione di altri operatori e che tutti insieme si attivano per la dignità, il benessere e la qualità di vita delle persone alle quali si rivolgono. Nell’espletamento del proprio ruolo si dà priorità di valore alla dimensione relazionale rispetto alle attività concrete che, sempre, costituiscono lo strumento e non il fine dell’intervento educativo. L’operatore o l’educatore deve inoltre essere in grado di riconoscere e mantenere la “giusta distanza” relazionale tra sé e l’utente, necessaria per qualsiasi intervento educativo, a salvaguardia dell’efficacia dello stesso e del proprio equilibrio personale.