Oggi, è difficile parlare di disabilità ed andare oltre il termine disabilità.
Quando si affronta questo tema, ci si trova di fronte ad imbarazzo, disagio, quasi che, anche solo pronunciandola, si potesse attrarre su di sé la sfortuna. Per secoli, è stata opinione diffusa che la disabilità (e la malattia in genere) fosse legata ad una “colpa” di chi ne era affetto, una sorta di stigma per indicare qualcuno da cui stare alla larga. Ne derivava la pressoché completa emarginazione sociale delle persone disabili, nascoste dai familiari (o allontanate da casa), come se si trattasse di una “macchia” da nascondere agli occhi della società.
Fortunatamente questo contesto sociale sta mutando attraverso l’impegno continuo del terzo settore e dei suoi attori, con manifestazioni concrete e significative.
La schermitrice Bebe Vio è un’evidenza di questo cambiamento sociale.
Ma come continuare per far superare tutto questo ed affermare una corretta visione, una vera e propria cultura della disabilità? Sensibilizzazione, Integrazione, Inclusione a partire dalle scuole.
I bambini sono naturalmente inclini a non discriminare i “diversi”, a meno che un adulto di cui si fidano insegni loro a farlo: è capitato a tutti di vedere bambini appartenenti a culture, razze, condizioni diverse giocare tra loro senza crearsi alcun problema, perché quello che vedono nell’altro è, semplicemente, un compagno di giochi, non uno straniero, uno di un altro colore, o un disabile. È essenziale che la scuola contribuisca a rafforzare questa tendenza innata all’inclusione, favorendo e incoraggiando lo scambio continuo, la convivenza e la condivisione tra bambini normodotati e disabili.
Ecco perché Il Progetto “Baskin” a Chioggia nella giornata dell’8 Marzo 2019 nelle “Giornate dello Sport” è un nostro esempio concreto. Questo nuovo sport è stato pensato per permettere a giovani normodotati e giovani disabili di giocare nella stessa squadra. Uno sport che crede nelle potenzialità di tutti gli individui creando un ambiente accogliente per una nuova cultura dell’inclusione, un nuovo modo di vivere insieme. In effetti, il baskin permette la partecipazione attiva di giocatori con qualsiasi tipo di disabilità (fisica e/o mentale) che consenta il tiro in un canestro. Si mette così in discussione la rigida struttura degli sport ufficiali e questa proposta, effettuata nella scuola, diventa un laboratorio di società.
Semplicemente perché i disabili sono persone, con pregi e difetti, come tutti. Persone che convivono con una condizione particolare, certo. Ma persone, non esseri superiori, né inferiori.
Il concetto di persona è un concetto principalmente filosofico, che esprime la singolarità di ogni individuo della specie umana in contrapposizione al concetto filosofico di “natura umana” che esprime ciò che hanno in comune. Si tratta di un termine fondamentale della cultura occidentale, che si rappresenta appunto come civiltà che riconosce il sacro valore dell’individuo-persona.
Che poi, “Da vicino nessuno è normale”…