Ad un anno esatto di distanza dallo scoppio della pandemia, la FISH, Federazione Italiana Superamento Handicap, prova a tracciare un bilancio delle politiche fin qui adottate nei confronti delle persone con disabilità e dei loro familiari, caregiver e assistenti personali.
E lo fa attraverso un manifesto-denuncia che è stato pubblicato oggi, 30 marzo, in cui si lancia l’allarme sul fatto che gli importanti risultati che erano stati ottenuti, negli anni, sul terreno dell’inclusione, lavorativa, sociale, scolastica, in una parola, esistenziale, si stanno via via smantellando, restituendoci un Paese che è diventato meno accessibile, sempre meno accogliente e sempre più egoista.
«In questo lungo tempo di pandemia abbiamo scoperto e sperimentato sulla pelle e su quella di chi sta al nostro fianco quali siano i posti riservati alle persone con disabilità e dei loro familiari da parte della nostra società, delle istituzioni e della politica». Come si legge nel manifesto-denuncia presentato dalla Federazione Italiana Superamento Handicap: «hanno voluto le persone chiuse a chiave nelle strutture protette, senza poter incontrare familiari e amici stretti, mentre il resto della popolazione progressivamente riprendeva ad uscire dalle proprie case».
E ancora, nel documento si ribadisce: «vogliamo tutti insieme costruire un Paese in cui non si debba più dire alle persone con disabilità di restare a casa, cercando di non morire, in attesa di essere finalmente vaccinati. A casa, senza poter andare a lavorare. A casa, perdendo mesi di scuola, come altri e più di altri per via della mancanza di aiuti e sostegni adeguati previsti dalle norme».
In occasione della giornata mondiale dei diritti delle persone con disabilità, il 3 dicembre scorso, la stessa Commissaria europea per l’Uguaglianza, Helena Dalli, ha ricordato che durante la pandemia le persone con disabilità hanno affrontato, quotidianamente, barriere sia nell’Unione europea che nel resto del mondo. E a riferire, inoltre, che resta molta strada da fare sul terreno del loro superamento.
Per questo, oggi, la FISH, presentando il suo manifes to, denuncia con forza il fatto che c’è un Italia, c’è un paese in cui le persone con disabilità non vengono ancora considerate come una risorsa. «Perché siamo ancora più consapevoli di prima che abbiamo soltanto sulla carta gli stessi diritti, gli stessi doveri, le stesse opportunità e le stesse responsabilità di tutte le altre persone», ribadiscono dalla Federazione Italiana Superamento Handicap: «invece il nostro posto riservato è proprio quello accanto al vostro. Niente su di noi senza di noi».
«Siamo stanchi di queste politiche», dichiara Vincenzo Falabella, il presidente della FISH: «eppure, in questi mesi, nonostante questa stanchezza abbiamo continuato a impegnarci e lottare per difendere i nostri diritti, che sono gli stessi di tutti, per contribuire alla costruzione di una società più giusta».